Addio Lucio Dalla

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    BOLOGNA -Lucio Dalla è morto. Il cantante bolognese è stato colpito da attacco cardiaco a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava per alcuni concerti. Avrebbe compiuto 69 anni il 4 marzo. La salma si trova al momento in una cappella a Losanna. Il feretro potrebbe essere trasferito venerdì o sabato in Italia. Ancora non si hanno notizie sul funerale: quello che si sa, ed è certo, è che in tantissimi si stanno organizzando da tutta Italia per arrivare a Bologna per l'ultimo saluto al cantautore.
    Nel giorno della sua scomparsa, le note delle canzoni più famose riecheggiano dalla sua casa bolognese, nella centralissima via D'Azeglio. Le persiane del grande appartamento sono chiuse, ma dalle finestre del palazzo escono le note di alcuni dei suoi successi più famosi, come Caruso e Canzone. La gente lascia fiori e bigliettini davanti al portone e verso sera comincia il vero e proprio pellegrinaggio: giovani e meno giovani arrivano, entrano nel palazzo, si fermano un attimo, lasciano un ricordo ed escono.

    IL MALORE -Il malore, per Dalla, è arrivato all'improvviso. Nessuna avvisaglia, «stava bene. Lui e Mondella si sono sentiti ieri sera dopo il concerto di Montreaux: era contento di come era andato il concerto. Stamattina si è svegliato, ha fatto colazione, un paio di telefonate», poi il malore. Così, dalla Midas Promotion - società di comunicazione nel mondo della musica e dello spettacolo fondata da Michele Mondella - la sua assistente ricorda, al telefono, le ultime ore di Lucio Dalla.

    IL CORDOGLIO IN VIA D'AZEGLIO -In via D'Azeglio, sotto casa di Dalla, la gente si ferma per ricordare il cantante. E alle vetrine dei negozi è comparso un cartello con la scritta «I residenti e commercianti di via d'Azeglio piangono la scomparsa dell'amico Lucio». L'idea è partita da Pierluigi Sforza dell'Ascom e titolare del monomarca Swatch: «Lucio entrava nei nostri negozi come si va da un amico». Sforza, come il titolare dell'abbigliamento «Donati» e il parrucchiere «Vittorio» lo accoglievano spesso. «Non so ancora se il giorno del funerale chiuderemo le serrande - aggiunge Sforza - stiamo pensando anche a chiudere, ma è ancora presto. Di sicuro, andremo al funerale come si va a un funerale di un amico». Parlano di lui come di un amico anche il titolare di Donati e il parrucchiere Vittorio: «Era una persona sempre generosa, mai sfuggente» dice il primo. «Eravamo amici da una vita, sono rimasto di sale», aggiunge Vittorio.

    FIORI E BIGLIETTINI -Passano le ore e la notizia della scomparsa di Dalla si sparge. La gente finisce di lavorare e va là, in via D'Azeglio, per un saluto. Lascia bigliettini, fiori, una candela. Qualche lacrima. Tra le altre frasi, attaccate all'entrata o appoggiate sotto le finestre che danno su piazza de' Celestini: «È morto il lupo più buono d'Italia», si legge; «A Lucio, grande poeta. Un abbraccio veneto-bolognese»; «Ciao Lucio, sono i piccoli uomini che fanno grande la musica». Anche il fioraio di via Ugo Bassi, Frida, ha lasciato un mazzo citando, nel biglietto, un celebre pezzo del cantautore «Lenzuola bianche, per coprirci non ne ho, sotto le stelle in piazza grande, e se la vita non ha sogni, io lo ho e te li do. Ciao Lucio».

    LA NOTIZIA NELLA SUA CITTA' -La notizia, circolata inizialmente in rete, ha lasciato sgomenta la sua Bologna. «L'ho sentito ieri sera, è vivissimo»: non ci può credere Roberto Serra, amico storico di Dalla e fotoreporter di professione, non voleva credere alle notizie che arrivano da Montreux. «Non è possibile . ripete Serra - mi ha telefonato ieri sera, stava benissimo, ed era felice, tranquillo, divertito e in pace con se stesso. Era contento per un'intervista che gli avevano fatto e per il tour europeo che aveva appena cominciato. Diceva che era emozionante ritrovare i luoghi di un analogo tour di trent'anni fa e di trovare, pur nella diversità delle situazioni, la stessa positiva risposta di pubblico di allora. Era a Zurigo, Stava andando a Montreux, era felice». È stato il suo ultimo viaggio.
     
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